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Finanziamenti Agevolati

Caratteri generali del sistema agevolativo

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IL SISTEMA AGEVOLATIVO IN GENERALE

Il sistema delle agevolazioni finanziarie alle imprese è oggi caratterizzato da diversi strumenti applicabili a carattere nazionale, quali soprattutto la Legge 488/92, la Legge 215/92, il credito d’imposta, la Legge Sabatini, le agevolazioni previste da Sviluppo Italia, ecc.

La scelta per l’una piuttosto che per l’altra legge, dipende dalle caratteristiche soggettive ed oggettive del programma di investimenti che si vuole presentare per beneficiare delle agevolazioni.

Infatti:

  • la dimensione economica dell’investimento;

  • il settore di attività;

  • la disponibilità di capitali propri da investire nell’iniziativa;

  • che si tratti di una impresa già esistente o da avviare ex novo;

  • le esperienze del promotore;

  • il loro stato di occupazione o disoccupazione;

  • la localizzazione geografica;

sono gli elementi che indirizzano verso la scelta più opportuna.    

 

La Legge 488/92, rappresenta il “pilastro” della finanza agevolata nazionale; oggi la normativa di base è infatti applicata per regolamentare le agevolazioni nel settore industria, commercio, turismo, artigianato e servizi. E’ però importante evidenziare che non tutte le attività classificate nei settori citati, sono agevolabili; per esempio la 488 artigiani non finanzia qualsiasi impresa iscritta all’albo artigiani, ma soltanto quelle imprese classificate nei settori economici indicati dalla normativa; analogo discorso vale per la 488 Commercio, la 488 Turismo, e la 488 Industria, le cui specifiche normative indicano chiaramente i settori e quindi le specifiche attività ammesse alle agevolazioni. Ne deriva di conseguenza che progetti relativi ad attività economiche non comprese nei settori richiamati dalla normativa, sono automaticamente improponibili per la 488. Ultimamente la normativa prevede anche dei limiti minimi di investimento, nel senso che è prevalsa la linea di chi ha ritenuto di applicare le agevolazioni Legge 488/92 soltanto ad iniziative e progetti di una certa dimensione. Si consideri anche che l’erogazione delle agevolazioni avviene per stati d’avanzamento rispetto al programma di investimento proposto (fa eccezione a questa regola soltanto la prima quota di contributo che può essere incassata presentando una polizza assicurativa), e ciò è sufficiente per consigliarne l’applicazione soltanto agli imprenditori che abbiano a disposizione dei propri capitali necessari per realizzare il progetto prima ancora di incassare totalmente il contributo.    

Oltre queste analisi di carattere economico/finanziario, prima di applicare la legge 488, bisogna verificare che il progetto sia localizzato in un’area ammessa ai benefici.

Per i progetti di dimensioni economiche modeste (fino ad un massimo di spesa di 129.000,00 Euro) oggi ritengo che la maggiore attenzione degli operatori debba ricadere verso le agevolazioni gestite da Sviluppo Italia. In particolare mi riferisco alla normativa della cosiddetta Microimpresa, e del cosiddetto (ormai famoso) Prestito d’onore; in questo ambito infatti a differenza della Legge 488, emergono aspetti molto positivi riguardo:

  • tempi di risposta abbastanza brevi da parte dell’ente istruttore della domanda

  • nessun vincolo relativamente all’occupazione di lavoratori dipendenti

  • nessuna richiesta riguardo la disponibilità di capitali propri da investire nel progetto

Mentre per la Microimpresa vi sono limitazioni settoriali, visto che alcuni settori sono esclusi come per esempio il commercio, ed i trasporti, per il prestito d’onore l’unica esclusione riguarda l’agricoltura, ed addirittura un aspetto importante di questa norma è che è applicabile anche per chi intende avviare un attività professionale; infatti è ben noto che in genere la finanza agevolata esclude i liberi professionisti, per cui il prestito d’onore è l’unica possibilità di beneficiare di contributi a fondo perduto. Es. un avvocato, un commercialista, un consulente del lavoro, un ingegnere, un architetto, un medico, un amministratore di condominio, ecc. che intendono aprire uno studio, possono beneficiare di agevolazioni finanziarie per l’acquisto dei mobili, le attrezzature, i libri, i software, l’impianto di aria condizionata, ecc.

 

La Legge 215/92 è una opportunità per le imprese gestite da donne e/o le società composte in maggioranza da donne. Pertanto l’unica condizione per poter presentare la domanda, è di carattere soggettivo, nel senso che bisogna verificare la presenza del sesso femminile, mentre riguardo le attività ammissibili non vi è alcuna limitazione. (si tenga presente che si parla di imprese, quindi non è finanziabile l’attività professionale). Oggi la gestione delle domande è affidata alle Regioni che stanziano ulteriori fondi in aggiunta ai fondi stanziati a livello governativo, e non si può certo nascondere il malcontento delle imprenditrici, soprattutto circa i tempi di risposta (più di un anno per l’ultimo bando invece dei 4 previsti dalla normativa) dovuti alla improvvisazione con cui le Regioni hanno gestito la procedura di valutazione delle domande. Affidare la valutazione delle domande a banche concessionarie, come accade per la Legge 488, può attribuire al sistema della legge 215 dei migliori risultati, anche perché il numero di domande presentate è molto alto.

Come per la Legge 488, anche per la Legge 215 è importante verificare la disponibilità dei mezzi propri (in proporzione al programma di investimenti), visto che la procedura di erogazione del contributo a fondo perduto presuppone a priori la documentazione finale di spesa da parte dell’impresa (fattura, dichiarazione liberatoria del fornitore, contabile bancaria del pagamento).      

 

Il Credito di imposta, è un’agevolazione che consente all’impresa di compensare i propri debiti tributari, con il contributo concesso a fronte di un investimento in nuovi beni strumentali. L’impresa quindi non ottiene direttamente denaro ma gli effetti sono analoghi, visto che gli importi dei debiti d’imposta compensati restano a disposizione dell’azienda.

E’ noto l’esaurimento delle risorse finanziarie destinate dal Governo per la copertura delle compensazioni che le imprese  possono fare qualora ammesse ad usufruire del credito d’imposta. Il mio consiglio è di presentare comunque le istanze al fine di aggiudicarsi intanto un numero di protocollo, che, non si sa mai potrebbe essere utile in un momento successivo.

Le mie esperienze mi portano ad attribuire al sistema degli incentivi automatici, qual è il credito d’imposta, un importanza fondamentale nell’ottica di una politica incentivante per lo sviluppo economico delle aree depresse. Oltre infatti il gradimento degli imprenditori, è palese il moltiplicatore degli investimenti che si è venuto a determinare proprio in virtù della vigenza delle agevolazioni fiscali.    

 

La Legge Sabatini  è la tipologia di agevolazione più antica fra quelle oggi esistenti, visto che è applicata senza interruzioni sin dall’anno 1964; ciò è sufficiente per attribuire a questo meccanismo una validità assoluta. Le imprese che debbono acquistare un impianto di produzione, è piuttosto normale che non abbiano il capitale necessario per saldare il fornitore alla consegna del macchinario; il meccanismo della legge Sabatini prevede l’opportunità di realizzare comunque la compravendita, mediante l’intervento di un istituto di credito che a fronte dell’emissione delle  cambiali fra l’acquirente ed il fornitore, sconta gli effetti a beneficio del fornitore il quale è così saldato totalmente, mentre resta all’acquirente un piano di rimborso nei confronti della banca, che si completa in circa 6 anni. Ciò vuol dire in prima analisi, che il ritorno dell’investimento atteso dall’impiego del nuovo macchinario, può razionalmente contribuire al rimborso del capitale anticipato dalla banca. Si intuisce che il meccanismo della Legge Sabatini, è propedeutico ad una delibera di finanziamento bancario, laddove si sia valutata a livello bancario, la validità tecnico economica dell’iniziativa. Nel corso degli anni la tecnica della Legge Sabatini è stata innovata con la previsione dei contributi in conto interessi ed in conto capitale. Il contributo in conto interessi riduce il tasso di interesse che l’impresa versa alla banca finanziatrice; negli ultimi anni questo contributo ha consentito alle imprese beneficiarie di pagare tassi di interesse vicini allo zero. La previsione di un contributo in conto capitale, è stata una innovazione degli ultimissimi anni al meccanismo della Legge Sabatini; ciò si è determinato con l’intervento delle Regioni che hanno utilizzato il meccanismo Sabatini con l’aggiunta del contributo a fondo perduto, per azioni agevolative mirate alle imprese delle rispettive regioni. In Calabria i risultati sono stati così vistosi ed importanti, al punto che le risorse finanziarie sono terminate, per cui in questo preciso momento questa agevolazione è sospesa in attesa di nuovi stanziamenti della Regione.          

15/06/2004

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